Big Data, grande sfida per le azienda e per il personale da riqualificare

Studiare i big data, analizzare dati per fornire al management le informazioni utili ed assumere così decisioni ma anche disegnare strategie adeguate. È questa la nuova sfida per le imprese italiane che si stanno confrontando e si confronteranno nei prossimi anni. Big data è il termine usato per descrivere una raccolta di dati così estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l’estrazione di valore. Dati provenienti da fonti eterogenee ma anche da immagini, email, dati GPS e informazioni prese dai social network.

Il mercato italiano dei Big data analytics, secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, ha raggiunto un valore complessivo di 1,393 miliardi di euro, in crescita del 26% rispetto all’anno precedente. Un risultato che conferma il trend positivo degli ultimi tre anni. Questo boom implica la nascita di nuove figure che portano necessariamente a un ripensamento dei modelli organizzativi.

Nuove figure professionali da reinventare

L’innovazione passa quindi anche dalla formazione. Nel prossimo biennio sarà necessaria una formazione massiva sui temi del Data analytics per introdurre questa analisi nei nostri processi. Entro cinque anni il 30% delle professionalità dovrà reinventarsi, modificando competenze
e capacità. Del resto anche dal punto di vista della preparazione qualcosa si è mosso negli ultimi anni. Politecnico di Milano, Università di Bologna e Fondazione Golinelli investono sempre più su big data e industria 4.0. Francesco Ubertini, rettore Alma Mater di Bologna, ha spiegato che il percorso previsto dalle due università e dalla Fondazione “punta a formare esperti in grado di svolgere attività di ricerca universitaria e industriale a un livello qualitativo che astragga dalle singole componenti accademico-scientifiche”.

Il successo delle startup operanti sul mercato dei Big Data

Sulla stessa linea Ferruccio Resta, rettore Politecnico di Milano, convinto che “le grandi sfide si vincano uniti”, e che per questo un progetto come la Scuola di Dottorato in Data Science and Computation, “che vede la partecipazione della ricerca così come dell’industria” sia “la via giusta da intraprendere per il futuro di un sistema che sa fare rete”. Parla del “ruolo di innesco e insieme di enzima svolto da Fondazione Golinelli”, il suo presidente, Andrea Zanotti. Mentre per Davide Capuzzo, senior analytics director di Crif, un progetto come il dottorato può “avere ricadute importanti nell’ambito dei processi decisionali data driven”.

Sono ormai 443 le startup operanti nel mercato dei Big Data Analytics, fondate a partire dal 2013 e finanziate dal 2016 in avanti, per un totale globale di 4,74 miliardi di dollari di investimenti raccolti. A censirle l’Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence della School Management del Politecnico di Milano.Il settore è cresciuto in media del 21% ogni dodici mesi, anche se rimane molto ampio il divario fra le grandi imprese, che si dividono l’88% della spesa complessiva, e le Pmi, che rappresentano il 12% del mercato.

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