La startup olandese dell’anno è stata fondata da un docente italiano

È nata nelle aule dell’università di Twente, ha traslocato ad Eindhoven e lo scorso novembre è stata acquisita dal colosso israeliano ForeScout Technologies, quotato al Nasdaq. Un’exit di 113 milioni di dollari, un exploit straordinario. Quello che però in pochi conoscono è che in realtà Security Matters, la startup olandese dell’anno, è stata fondata da un italiano. Si tratta di Sandro Etalle, docente universitario assunto nei Paesi Bassi. Insieme a da due studenti, Damiano Bolzoni ed Emanuele Zambon, ceo e cto della società, ha creato questa eccezionale realtà.

I tre cervelli in fuga hanno iniziato ad affrontare il problema della sicurezza informatica industriale nel 2008. Insieme hanno sviluppato una soluzione per affrontare le minacce e le esigenze specifiche di un dominio. Nel 2009 hanno fondato SecurityMatters per presentare SilentDefense al mercato. Negli anni seguenti, l’instancabile diligenza e la stretta collaborazione con gli operatori delle infrastrutture critiche hanno permesso a SilentDefense di crescere e di essere perfezionato nella soluzione leader del mercato che è oggi. Etalle è stato intervistato dal Sole24Ore e ha raccontato di cosa si occupa la startup: «L’azienda realizza e vende un sistema di monitoraggio sviluppato per le reti informatiche dei sistemi industriali: è basato su una nuova tecnologia che si collega alla rete e riesce a “scoprire” una serie di eventi nascosti, importanti per la sicurezza dell’impianto».

SecurityMatters, un progetto di ricerca nato in Olanda

Oggi SecurityMatters fornisce alle infrastrutture critiche e alle aziende di automazione industriale la tecnologia di resilienza informatica industriale best-of-class che consente una rapida identificazione e ripristino dalle minacce alla continuità operativa. SecurityMatters ha una base di clienti globale, con partner e clienti in tutti i settori critici. Sul perché la startup non fosse nata in Italia, Etalle ha le idee chiare: «Credo che sarebbe stato molto più difficile dal punto di vista della cassa. In Olanda i progetti di ricerca vengono pagati in gran parte in anticipo. Un dettaglio ma che fa una differenza enorme. Le fatture vengono saldate in 30 giorni senza ritardi, un aspetto importante e spesso sottovalutato. La nostra banca era disposta a farci un anticipo fatture internazionali, ma non per quelle fatte ad aziende italiane e spagnole. Il motivo? Un recupero crediti troppo complesso».

Dal prestito all’acquisizione milionaria

L’università di Twente ha prestato 60 mila euro per iniziare l’attività. Grazie alla vittoria per un progetto di supporto alle startup, ha subito incassato 250 mila euro. Con garanzie personali e in parte offerte dallo Stato, attraverso la banca i fondatori hanno raccolto altri 750 mila euro. Dopo essere cresciuti con progetti europei e nazionali, nel 2016 venture capitalist ha chiuso un round di finanziamenti di oltre 5 milioni di dollari. Dopo due anni è arrivata l’acquisizione da parte di ForeScout per 113 milioni di dollari.

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