Quanto conta la reputazione nell’innovazione aziendale

Scott Lenet, venture capitalist americano e co-fondatore della società di venture capital DFJ Frontier, ha spiegato a Forbes quanto conti la reputazione nell’innovazione aziendale. La sua esperienza gli ha permesso di analizzare nello specifico ogni situazione. Coinvolto nel finanziamento di oltre 50 aziende, ha posto l’attenzione sullo studio “ Stato della reputazione aziendale ” di Weber Shandwick, “la reputazione aziendale è un bene inestimabile con un impatto apprezzabile sui profitti di un’azienda. In media, i dirigenti globali attribuiscono il 63 percento del valore di mercato della propria azienda al proprio capitale reputazione generale “. Lo studio rileva che la reputazione è importante per il consiglio di amministrazione, il CEO e un’ampia gamma di parti interessate.

Gli autori dello studio, Leslie Gaines-Ross, Chief Reputation Strategist-in-Residence di Weber Shandwick, e Liz Rizzo, SVP di Reputation Research, hanno dichiarato di essere affascinati all’argomento da circa tredici anni. Gainer-Ross ha iniziato a concentrarsi sulla reputazione mentre lavorava sulla lista “I più ammirati” di Fortune e si è innamorata dell’argomento. Come parte dello studio, Weber Shandwick ha osservato che i fattori più delicati sono importanti tanto quanto le prestazioni finanziarie. Gainer-Ross ha affermato che le aziende spesso confondono il “marchio” con l ‘”immagine del marchio” e che concentrarsi su quest’ultimo potrebbe trasmettere una mancanza di autenticità che potrebbe essere una responsabilità per clienti e dipendenti millenari.

La reputazione e l’importanza di pensare prima di agire

Questo effetto si intensifica nell’innovazione aziendale, in particolare nel capitale di rischio, che è una piccola comunità. Secondo gli autori i dirigenti aziendali dovrebbero “fermarsi e pensare” nonostante il ritmo altissimo del cambiamento necessario per stare al passo con l’innovazione. Hanno osservato che una corretta manutenzione della reputazione richiede di evitare comportamenti scorretti e di avere un pensiero libero e non legato. Le crisi infatti possono essere prevenute con “vigilanza culturale” e trattando la reputazione come una questione di gestione quotidiana. Secondo lo studio, il 76% dei dirigenti ritiene che si possano prevenire problemi di reputazione.

È importante essere onesti, evitare l’autoillusione. Gli effetti della reputazione sono probabilmente più pronunciati in questo campo che altrove come potrebbe essere quello politico. Data la densità delle relazioni e la velocità con cui le notizie viaggiano sui social media, dove i segreti sono particolarmente difficili da mantenere, la reputazione sembra un argomento che acquisirà sempre più importanza e giustificherà l’attenzione proattiva da parte dei team di innovazione.

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