L’organizzazione delle risorse è una questione di equilibrio. Un bilanciamento delicato da mantenere o da trovare, da costruire o a cui tendere. Un’equazione di forze che mette in relazione gli obiettivi da raggiungere e le persone che servono per farlo. Un legame difficile da nominare e incasellare, ma che è una base solida necessaria per prendere decisioni, è un punto di arrivo costantemente messo in discussione, è un terreno fertile per le persone e per le imprese.
Equilibrio è trattare ogni azienda come un organismo vivente, pensare che deve raggiungere la sua particolare omeostasi tra mercato e risorse umane, tra sostenibilità ambientale ed economica, tra valori e profitti. Una formula, un algoritmo di funzionamento che comprende numeri, risultati, persone, processi, futuri possibili.
Equilibrio è organizzare e razionalizzare: Simbiosity ti dà i numeri che servono per farlo.
Per me, equilibrio personale e professionale sono aspetti collegati, nella convinzione che, come per le imprese, stare bene dentro significa stare bene anche fuori. Trovare il mio equilibrio è stata una questione di pratica, di allenamento per bilanciare le mie due anime: in Simbiosity misuro le persone, do un nome alle cose, verifico il raggiungimento di risultati concreti e quantitativi, oltre che qualitativi. Lavoro ogni giorno per innescare e controllare miscele liquide: fatte di esseri umani, di relazioni, di numeri.
Il mio equilibrio l’ho costruito cercando di mantenere una linea retta: una guida, un percorso da seguire a metà fra la passione per i numeri e quella per le persone. Le esperienze all’estero, la laurea in Economia per Arte, Cultura e Comunicazione (CLEACC) all’Università Commerciale Luigi Bocconi, il Master di I livello in Marketing Management all’Università degli studi di Bergamo, le persone e le relazioni, gli eventi e l’organizzazione continua: prove tecniche di equilibrio, una pratica quotidiana chiamata Simbiosity.