Gli ostacoli da superare in un processo di Open Innovation

L’aggiunta di elementi esterni a un programma di Open Innovation può rivelarsi un vero rito di passaggio davvero complicato. La transizione richiede una cultura aperta, l’empowerment dei dipendenti e impegno. Le tre principali paure emerse in uno studio che riguardava i manager e il loro approccio all’Open Innovation sono la gestione della proprietà intellettuale, la creazione e il ridimensionamento del programma e la mancata comunicazione.

La collaborazione con partner esterni sembra essere in contrasto con lo scopo stesso della gestione della proprietà intellettuale. Concentrarsi troppo su questo aspetto può portare ad una minore disponibilità da parte di startup e collaboratori esterni. Per risolvere questo problema bisogna comprendere che la protezione della proprietà intellettuale non è in contrasto con l’innovazione. Si può utilizzare un accordo di non divulgazione, coinvolgere le attività commerciarli, adattare e affinare l’approccio della propria azienda alla proprietà intellettuale. L’ideale sarebbe concentrarsi su relazioni durature anziché su vittorie rapide. Inoltre sarebbe fondamentale avvicinarsi ai partner giusti e mettere in atto i corretti meccanismi di scambio di conoscenze. In questo modo input esterni possono essere assorbiti / seguiti rapidamente ed efficacemente.

I problemi di comunicazione nell’Open Innovation

Per non farsi sopraffare dal concetto di Open Innovation, si deve guidare con attenzione la direzione dei programmi e allinearli alla strategia aziendale. Una buona tattica prevede la possibilità di coinvolgere progressivamente le parti interessate e poi aumentare con contatti ancora sconosciuti. Non tutti comprendono l’innovazione. Spesso sarà un concetto differente per le diverse parti interessate interne (marketing, vendite, ricerca e sviluppo, approvvigionamento, risorse umane, ecc.) nonché per quelle esterne (fornitori, ricercatori, clienti, ecc.). Per alcune persone, innovazione potrebbe significare acquistare alcuni brevetti. Per altre persone, potrebbe essere la costruzione di reti. Potrebbe esserci anche una cattiva comunicazione riguardo allo scopo del programma, con il risultato che i dipendenti interni si sentiranno come sostituiti da persone esterne.

Per affrontare potenziali problemi di comunicazione, i leader dovrebbero consentire di promuovere l’innovazione collaborativa e aiutare tutti ad allinearsi. Inoltre dovranno riconoscere che l’innovazione aperta richiede un linguaggio speciale, che è spesso sepolto in alcuni dipartimenti e non condiviso dall’organizzazione nel suo insieme. Fornire trasparenza riguardo ai progressi del programma di innovazione e incoraggiare la comunicazione tra le varie parti interessate, soprattutto se più distanti.

Non pensare al progetto, ma a scopi più grandi

Affrontare la paura di complicazioni legate alla proprietà intellettuale, il ridimensionamento, così come la potenziale comunicazione errata, rappresentano tre primi passi essenziali per stabilire un sano programma di innovazione. Una volta che queste paure verranno abbattute, i responsabili possono cercare di sviluppare le loro capacità e impegnarsi in modo più significativo. Le collaborazioni con il mondo accademico, i fornitori, i clienti spesso hanno scopi più grandi che vanno oltre il semplice progetto. Questi obiettivi possono riguardare la digitalizzazione dell’organizzazione, il raggiungimento della centralità del cliente, la realizzazione di cambiamenti sociali su larga scala (creazione di impatto collettivo) o la scelta di un partner di soluzione

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