Decreto Rilancio, gli aiuti alle startup

Il Decreto Rilancio, serie di norme e decisioni stabilite per superare l’emergenza Covid, prevede aiuti alle startup per alimentare la macchina digitale. In particolare l’articolo 38 prevede il rafforzamento dell’ecosistema delle start-up innovative.

startup aziende

La norme punta all’incremento della dotazione finanziaria e all’ampliamento della capacità di azione. Previsto quindi un sostegno pubblico alle startup innovative con uno strumento agevolativo di conversione del prestito con l’ingresso di un investitore nel capitale sociale a aumento di capitale. Viene infatti aumentata la dotazione al Fondo di sostegno al venture capital con risorse aggiuntive per 200 milioni per l’anno in corso.

 

Altri 200 milioni aggiuntivi vengono garantiti al Fondo di garanzia Pmi a favore delle startup innovative. Prevista anche una detrazione d’imposta pari al 50% per chi investe in ina startup innovativa: l’investimento detraibile, in ciascun periodo d’imposta, non può eccedere i 100mila euro e deve essere mantenuto per almeno 3 anni. Medesima agevolazione anche per chi investe in Pmi innovative.

Il polo d’eccellenza e smart working nelle PA

Il Decreto Rilancio prevede anche la creazione di un polo di eccellenza per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore automotive nell’area industriale di Torino. Viene stabilita anche la proroga del termine di consegna dei beni strumentali ai fini della maggiorazione dell’ammortamento sempre nell’ambito dell’innovazione nell’automotive. L’articolo 52 prevede infine misure di salvaguardia per il settore dell’aerospazio con la sospensione di una serie di pagamenti.

Smart working e didattica digitale

L’avvento della pandemia ha accelerato ulteriormente l’adozione di uno strumento utile come quello dello Smart working. Il Decreto Rilancio riconosce il diritto a svolgere le attività in modalità di lavoro agile. Questo può avvenire anche in mancanza di accordi individuali per i genitori di figli di età minore ai 14 anni.

Per quanto riguarda lo smart working nella PA, c’è la possibilità per le amministrazioni di rivedere organizzazione e orari di lavoro. Sono disciplinate anche le attività a distanza riferite alla didattica e quindi all’istruzione scolastica: è prevista la creazione di datawarehouse e datamart che consentano di prendere decisioni sulla base dell’impatto nelle singole circostanze e aree del Paese.

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