PayFit, la soluzione per semplificare la vita di PMI e start-up

PayFit è la prima soluzione creata per semplificare la vita di PMI e start-up in ambito busta paga, generando tutti i documenti e le dichiarazioni relative ai dipendenti con un click. Un prodotto che permette di automatizzare il processo che determina i cedolini, integrare la gestione delle risorse umane e il rimborso spese. Uno strumento che ottimizza tempi e costi che fa della trasparenza totale dei dati il suo punto di forza. “La persona dietro al software”. È questo che spesso tiene a sottolineare Ernesto Barabino, Business Developer per PayFit. Scopriamo con Barabino il prodotto e come nasce l’idea di creare uno strumento così importante per un’azienda. 

Ottimizzazione dei tempi, visibilità e trasparenza dei dati

“Programmato su JetLang (linguaggio di programmazione creato dai 3 founders), PayFit nasce per automatizzare il processo della busta paga nella maniera più corretta. Prima tutto era fatto manualmente con mail e fogli Excel che richiedevano tempo, correzioni, controlli e analisi. Una serie di mail e di comunicazioni che dilatavano il tempo, in grado di creare notevoli difficoltà. Con PayFit garantiamo l’ottimizzazione dei tempi, la visibilità e trasparenza dei dati, e la consulenza fatta su misura”’.

Rispetto agli altri Paesi dov’è presente PayFit, l’azienda ha scelto per l’Italia di proporre una naturale evoluzione del proprio servizio: “Negli altri Paesi solo software, in Italia la naturale evoluzione è diventare un vero e proprio consulente di lavoro digitale. Abbiamo offerto ai nostri clienti la parte di consulenza del lavoro, consigliando all’azienda eventuali benefici fiscali e detrazioni. Siamo partiti a progettare il prodotto italiano un anno fa e abbiamo cercato consulenti del lavoro validi che avessero la mentalità ideale per adattarsi ad inserire il loro lavoro in questo contesto innovativo”.

PayFit, strumento essenziale per PMI e start-up

Ciò che sorprende del software è anche la piattaforma lato dipendente, dove si possono fare richieste di assenza, malattie, permessi orari, conoscere il saldo di giorno di ferie ed effettuare richieste rimborso spese. “Con un click si possono fare tutte le richieste – evidenzia Ernesto Barabino – si garantisce totale visibilità al dipendente che viene responsabilizzato

L’avvento del Coronavirus non ha cambiato i piani di PayFit, anzi, ha forse rafforzato il concetto della digitalizzazione, una sorta di tallone d’Achille per l’Italia: “Le aziende si sono accorte che c’è un chiaro bisogno di digitalizzare i processi. In Italia le persone si sono affezionate al consulente del lavoro, dovuto anche al periodo di crisi e al relativo supporto alla casse di integrazione. Per noi è stato un po’ un problema, una sorta di fidelizzazione da cercare. Abbiamo quindi dato risalto ai nostri punti di forza: proponiamo un supporto stabile, non ci sono errori di calcolo, aumentando la base di clienti vogliamo far capire che c’è un modo nuovo di fare il consulente del lavoro. L’obiettivo in un anno è riuscire a rendere la consulenza del lavoro molto più facile per le aziende”.

Con più di 500 “PayFiters” (come vengono chiamati i dipendenti) PayFit si candida a diventare uno strumento essenziale per PMI e start-up, con grandi piani per il futuro: “Una volta che il prospetto diventa il nostro cliente, la fidelizzazione è istantanea. I primi clienti hanno subito capito un servizio che prima non avevano, un servizio proattivo. Il consulente del lavoro arriva su passaparola, aumentando il numero di clienti. Vogliamo iniziare a semplificare la vita del commercialista, partendo dalla generazione automatica dei documenti”.

Una startup vuole rendere fertile il deserto di Dubai

All’inizio di marzo il team di una startup è arrivato a Dubai e ha piantato angurie e zucchine in un appezzamento di deserto. Cinque mesi dopo, la terra arida si è riempita di foglie verdi, punteggiate da frutta e verdura appena coltivate. Questa impresa improbabile è stata resa possibile da Liquid Nanoclay, una nuova innovazione prodotta dalla startup norvegese Desert Control. Realizzato con solo acqua e argilla, Liquid Nanoclay è progettato per essere spruzzato su sabbia o terreno sabbioso. Si impregna e si attacca alle particelle di sabbia, aumentando la ritenzione idrica e arricchendo il terreno con nutrienti essenziali per le piante.

L’idea di Desert Control

Secondo Desert Control, la miscela aumenta la fertilità dei terreni sabbiosi poveri di nutrienti e può ridurre il consumo di acqua di più della metà. Inoltre sempre secondo gli inventori può rendere fertile un terreno arido in sole sette ore. Inventata a metà degli anni 2000 dallo scienziato norvegese Kristian Olesen, la tecnologia di Desert Control trasforma l’argilla spessa in un liquido “quasi sottile come l’acqua”, spiega il CEO Ole Kristian Sivertsen. Quando spruzzato sulla sabbia, questa consistenza liquida permette di “gocciolare giù e percolare fuori”. L’azienda ha ridotto la dimensione delle particelle di argilla: “È possibile applicare (nanoargilla liquida) utilizzando qualsiasi tecnica di irrigazione nota. Si potrebbe anche usare un irrigatore”.

La collaborazione con Dubai

Nel 2018 Desert Control ha collaborato con il Dubai’s International Center for Biosaline Agriculture (ICBA) per iniziare a condurre test di laboratorio e sul campo. I laboratori sono stati chiusi a causa di Covid-19, ma le prove sul campo stanno andando bene, dice Ismahane Elouafi, Direttore Generale dell’ICBA. “Se il risultato che abbiamo visto continua ad essere positivo e viene confermato sulle verdure, potrebbe essere un grande aiuto per i paesi con ambienti desertici”

Con la desertificazione in aumento a livello globale, le innovazioni che permettono alle colture di prosperare in aree aride potrebbero aiutare a puntellare l’approvvigionamento alimentare in molti paesi. “È un’innovazione piuttosto insolita”, osserva Jacqueline Hannam, una scienziata del suolo dell’Università di Cranfield nel Regno Unito. I terreni ricchi di argilla contengono più nutrienti e acqua, dice, il che “probabilmente” riduce il fabbisogno di irrigazione. Tuttavia, Hannam avverte che gli ecosistemi del deserto sono fragili. “Stai mettendo qualcosa di completamente diverso in quell’ecosistema desertico, che normalmente non sarebbe lì”.

I costi e i possibili sviluppi futuri

Per garantire che l’ecosistema non sia danneggiato, Desert Control afferma che era importante collaborare con una terza parte, come l’ICBA, che ha esperienza nella certificazione di tecnologie agricole in questo tipo di ambienti. La principale esitazione di Elouafi intorno a Liquid Nanoclay è la spesa. Sivertsen afferma che il costo del trattamento varia da $ 2 a $ 5 per metro quadrato (11 piedi quadrati). Secondo Sivertsen, Desert Control ha raccolto 5 milioni di dollari tra settembre 2019 e marzo 2020.

Con questi fondi, la società sta sviluppando due unità che saranno in grado di produrre 40.000 litri di Liquid Nanoclay all’ora, sufficienti a coprire da 1.000 a 2.000 metri quadrati (da 10.764 a 21.528 piedi quadrati) di terreno, dice. L’azienda prevede di sviluppare un’unità mobile in grado di produrre 10 volte tale importo, il che ridurrà i costi. “Se sono in grado di ridurre il prezzo e renderlo accessibile ai paesi a basso reddito, potrebbe avere un impatto davvero enorme sulla sicurezza alimentare e sulla capacità di molti di quei paesi di utilizzare i propri raccolti”, afferma Elouafi. “Potrebbe essere eccezionale”.

Aprire una startup in fase post Covid, ecco cosa fare

Il mondo è in continua evoluzione e non esiste un momento necessariamente migliore o peggiore per avviare un’attività. Questo vale anche nella fase post Covid, perché ciò che conta è risolvere i punti deboli rilevanti di un determinato momento. Le uniche due domande da porsi, qualunque sia il periodo scelto per lanciare la propria startup, sono:

  • “Cosa offre il mio prodotto o servizio ai clienti e chi lo acquisterà?”
  • “Qual è la storia avvincente qui per qualcuno che desidera acquistare questo prodotto o servizio e perché adesso?”
  • “Perché sono sicuro di poter risolvere questo problema specifico o fornire questo servizio specifico, meglio di chiunque altro e distinguermi dalla concorrenza?”
  • “Ho la squadra giusta per avere successo?”

Molte aziende non hanno mai considerato cosa avrebbero fatto se il mondo intero si fosse fermato per una settimana o un mese, figuriamoci per tre o più mesi. Inoltre molte aziende non hanno mai considerato un futuro in cui sarebbero state costrette a lavorare in remoto – molti hanno semplicemente ipotizzato che i luoghi di lavoro fisici sarebbero sempre stati una necessità. Questo è il motivo per cui la pertinenza, non il tempismo, sia molto più importante quando si tratta di avviare un’attività. Bisogna dedicare più tempo a concentrarsi sull’esatto punto dolente che si vuole risolvere, piuttosto che cercare di “cronometrare il mercato”. Quindi se si sta cercando di avviare una startup proprio in questo periodo, ecco cosa si deve fare

Costruisci relazioni

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Una delle grandi verità da sapere, come fondatore di una startup, è ciò che gli investitori vogliono vedere da te per sentirsi sicuri di investire nella tua azienda. Quante entrate ricorrenti hai? Qual è il tasso di crescita dei tuoi clienti? Che tipo di clienti hai e hai tenuto bassi i costi di acquisizione? Investitori diversi cercano cose diverse, quindi è fondamentale capire come soddisfare quelli che desideri a bordo.

Avere una strategia a lungo termine per superare i prossimi 24+ mesi.

Nel mondo degli investimenti sono ancora in corso delle trattative, ma gli investitori vogliono vedere che hai un piano molto chiaro per navigare nell’ambiente attuale. Ciò che gli investitori vogliono sapere è:

  • Come pensi di lavorara durante COVID-19?
  • Perché qualcuno dovrebbe acquistare il tuo prodotto ora e chi è quell’acquirente?
  • A che punto pensi di iniziare a generare entrate? Se dovrai raccogliere più denaro, quanto dovrai raccogliere e quando?
  • Quali metriche chiave stai misurando e quali sono i forti indicatori della crescita aziendale (o sono metriche di vanità)?
  • In questo momento, gli investitori sono alla ricerca di altre opzioni su dove mettere i loro soldi. Il mercato azionario è in fiamme, ma c’è un piano di emergenza?

I tassi di interesse sono così bassi che investire in obbligazioni non produrrà un alto rendimento. Quindi gli investitori sono pronti a investire in affari in questo momento – devono solo essere gli affari giusti per loro.

Decreto Rilancio, gli aiuti alle startup

Il Decreto Rilancio, serie di norme e decisioni stabilite per superare l’emergenza Covid, prevede aiuti alle startup per alimentare la macchina digitale. In particolare l’articolo 38 prevede il rafforzamento dell’ecosistema delle start-up innovative.

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La norme punta all’incremento della dotazione finanziaria e all’ampliamento della capacità di azione. Previsto quindi un sostegno pubblico alle startup innovative con uno strumento agevolativo di conversione del prestito con l’ingresso di un investitore nel capitale sociale a aumento di capitale. Viene infatti aumentata la dotazione al Fondo di sostegno al venture capital con risorse aggiuntive per 200 milioni per l’anno in corso.

 

Altri 200 milioni aggiuntivi vengono garantiti al Fondo di garanzia Pmi a favore delle startup innovative. Prevista anche una detrazione d’imposta pari al 50% per chi investe in ina startup innovativa: l’investimento detraibile, in ciascun periodo d’imposta, non può eccedere i 100mila euro e deve essere mantenuto per almeno 3 anni. Medesima agevolazione anche per chi investe in Pmi innovative.

Il polo d’eccellenza e smart working nelle PA

Il Decreto Rilancio prevede anche la creazione di un polo di eccellenza per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore automotive nell’area industriale di Torino. Viene stabilita anche la proroga del termine di consegna dei beni strumentali ai fini della maggiorazione dell’ammortamento sempre nell’ambito dell’innovazione nell’automotive. L’articolo 52 prevede infine misure di salvaguardia per il settore dell’aerospazio con la sospensione di una serie di pagamenti.

Smart working e didattica digitale

L’avvento della pandemia ha accelerato ulteriormente l’adozione di uno strumento utile come quello dello Smart working. Il Decreto Rilancio riconosce il diritto a svolgere le attività in modalità di lavoro agile. Questo può avvenire anche in mancanza di accordi individuali per i genitori di figli di età minore ai 14 anni.

Per quanto riguarda lo smart working nella PA, c’è la possibilità per le amministrazioni di rivedere organizzazione e orari di lavoro. Sono disciplinate anche le attività a distanza riferite alla didattica e quindi all’istruzione scolastica: è prevista la creazione di datawarehouse e datamart che consentano di prendere decisioni sulla base dell’impatto nelle singole circostanze e aree del Paese.

La startup che aiuta gli studenti a svolgere tirocini durante la pandemia

Con gli esami rimandati o annullati e gli stage che si fermano a causa della pandemia di coronavirus, gli studenti sono stati costretti a sedersi a casa, sprecando il loro tempo quando avrebbero potuto guadagnare preziose esperienze lavorative. La maggior parte delle aziende ha istigato un blocco generalizzato alle attività di assunzione, ma i tirocini potrebbero aiutare a ridistribuire una certa pressione sui dipendenti. Dare2Compete, con sede a Delhi, è una società che aiuta le aziende e gli studenti a connettersi tra loro per uno stage. “La pandemia ha spinto indietro il calendario accademico di alcuni mesi, e quindi le attività pianificate attorno ad esso. Tuttavia, poiché D2C è una piattaforma digitale, è in grado di risolvere vari problemi affrontati dalla comunità degli studenti e dai suoi stakeholder ”, afferma Ankit Aggarwal, fondatrice e CEO di FLIVE Consulting, che gestisce e possiede Dare2Compete (D2C).

La piattaforma di reclutamento D2C

“Stiamo agendo e reagendo ai bisogni della nostra comunità, che abbiamo accuratamente costruito e coltivato negli ultimi quattro anni. Abbiamo lanciato il nostro segmento di tirocinio e posti di lavoro nel marzo 2020 per aiutare tutti gli studenti che hanno perso i loro tirocini e posti di lavoro a causa di aziende che hanno annullato le loro offerte dopo COVID-19 “, aggiunge. Attualmente, la piattaforma di reclutamento di D2C viene offerta gratuitamente ad aziende e studenti, nell’interesse della comunità studentesca. In tre settimane dall’inizio del blocco, è stato in grado di fornire un posizionamento a quasi 1.000 studenti interessati. D2C è stato istituito formalmente nel 2016 come sportello unico per soddisfare le esigenze degli studenti durante il loro viaggio accademico.

Una startup che aiuta studenti e aziende

Fu concettualizzato quando Ankit, ora 35enne, stava ancora completando il suo master in economia aziendale presso l’Istituto di tecnologia di gestione, Ghaziabad. La società aggrega informazioni su concorsi, tirocini, lavori, quiz, hackathon, giochi di simulazione aziendale, borse di studio, festival culturali e articoli utili relativi alla comunità studentesca. “Miriamo a soddisfare tutti gli elementi e le esigenze dell’ecosistema che comprende studenti, istituti e aziende come parti interessate”, afferma Ankit. D2C aiuta a facilitare la comunicazione tra le aziende e la comunità studentesca per aiutarle ad assumere i migliori talenti disponibili. Senza dimenticare di raggiungere obiettivi come l’assunzione e la promozione dell’adozione di marchi e prodotti.

Da blog a sito

D2C lavora con società del calibro di Reliance Industries, Aditya Birla Group, PepsiCo, Hindustan Unilever (HUL), Flipkart, Amazon, Ola, RB e Asian Paints, tra gli altri. “Ho pensato di avviare un blog per ottenere tutte le informazioni dagli organizzatori in tempo reale. Quando mi sono reso conto che fosse necessaria un’unica piattaforma per le esigenze degli studenti, ho colto l’occasione al volo. Il blog si è trasformato in un sito. “Non esiste nessun altro attore in questo segmento che abbia tutta la gamma di servizi e prodotti di cui disponiamo. Il nostro vantaggio è però la vasta rete di studenti”

Startup, sei soluzioni innovative contro il Coronavirus

C’è stata una raffica di attività online correlata a hackathon a tema coronavirus. La cosa meravigliosa è la collaborazione transfrontaliera vista tra partecipanti remoti, ognuno dei quali porta la propria esperienza al tavolo e lavora insieme “virtualmente” per offrire soluzioni all’unica pandemia che molti di noi in Europa hanno visto nella nostra vita. Ci sono alcune utili innovazioni emerse da questi eventi online, ecco quelle più interessanti che sono realisticamente sviluppati da start-up esistenti o che stanno diventando l’unico obiettivo dei team europei di nuova formazione.

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Suncrafter e Velmio in ottica Covid

Suncrafter, startup con sede a Berlino, lavora già sull’utilizzo di SolarHub ecologici per alimentare gli ambienti urbani e rurali. Ha preso parte all’hackathon online dell’Estonia organizzato da Accelerate Estonia e Garage48 a metà marzo, che è stato uno dei primi a combattere la pandemia. All’evento hanno trovato una soluzione per il lavaggio delle mani che utilizza la luce ultravioletta per disinfettare.

Sempre dall’Estonia novità anche da Velmio, startup locale che di solito si concentra sulla sua app per la salute in gravidanza. Combina l’intelligenza artificiale con il monitoraggio dello stile di vita per evitare che le future madri possano avere complicazioni. Durante l’hackathon estone Hack the Crisis, hanno inventato un “coronavirus tracker ” che analizza i sintomi dell’utente per stimare un livello di rischio COVID-19, mostra il livello di rischio delle località vicine, con la possibilità di registrare i sintomi in modo anonimo. È attualmente disponibile per il download in Estonia e Australia.

Linistry e Bankera per aiutare le aziende

Linistry , fondata nel 2016, ha lavorato sul suo servizio di accodamento digitale all’avanguardia per alcuni anni, con l’obiettivo di migliorare la fedeltà dei clienti e aumentare le vendite. Il team di Budapest ha preso parte all’hackathon dell’UE alla fine di aprile. Utilizzando la sua tecnologia esistente, ha creato una soluzione che mira a ridurre la trasmissione dei virus quando le persone vanno al supermercato, limitando i clienti in negozio, gestendo la coda all’esterno e aiutando le persone ad acquistare online.

Bankera, startup di servizi di pagamento internazionale, è stata fondata nel 2017. Con sede a Vilnius, in Lituania, ha preso parte all’hackathon dell’UE. La soluzione che ha trovato è stata Bankera Business Care, che mira ad aiutare le aziende a riscontrare problemi di flusso di cassa durante il COVID-19 utilizzando una garanzia del proprio partner commerciale. Tramite il loro sistema, il rimborso del prestito è flessibile e può essere effettuato al termine della quarantena.

Colivery e Wamapp per cittadini e piccole imprese

Colivery è supportata da ImpactHub Berlin, Code for Germany e Tech4Germany. La piattaforma riunisce “aiutanti” che possano aiutare i loro concittadini per comprare cibo, andare in farmacia e raccogliere medicine da banco. Infine Wamapp, fondata a Oslo, si è sempre concentrare sul dare gioia alla famiglia e agli amici attraverso piccoli regali premurosi e divertenti. Dopo aver partecipato all’hackathon norvegese, ha avuto l’idea di supportare le piccole imprese consentendo ai clienti di acquistare buoni da utilizzare dopo la pandemia, come regali per la famiglia e gli amici.

Le richieste delle startup europee alle istituzioni

I rappresentanti delle startup riunite nella rete “Allied for Startups” hanno inviato una lettera congiunta alle istituzioni nazionali ed europee con una serie di proposte e richieste. L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’attenzione sul ruolo centrale che l’imprenditoria può avere nelle soluzioni per affrontare l’emergenza Covid-19. Per farlo però le istituzioni devono supportare le startup durante la difficile situazione economica. Per l’Italia hanno firmato la lettera Gianmarco Carnevale, Presidente di Roma Startup Association, in rappresentanza dell’ecosistema delle startup communities italiane.

Le richieste delle startup

Un documento sottoscritto anche da Alvise Biffi, Presidente della Piccola Industria Confindustria Lombardia e Coordinatore dell’Industry Advisory Board di Italia Startup e che ha dichiarato: “Sottoscrivo questo documento del network delle principali associazioni europee di startupper perché, per la Piccola e Media Impresa italiana, le startup sono un naturale partner per l’innovazione. Dal matrimonio tra PMI e startup nascerà sicuramente uno dei pilastri su cui appoggiare il rilancio del nostro sistema economico post emergenza Covid-19, per questo è necessario definire subito una politica industriale che valorizzi l’innovazione di cui sono portatrici le startup, allocando le relative risorse necessarie”.

La prima richiesta è un’accelerazione dei finanziamenti pubblici alle startup che stanno sviluppando tecnologie in grado di supportare i test. La lettera però prevede una serie di proposte per dare il giusto supporto a queste realtà, che “hanno intrinsecamente meno liquidità rispetto ad altri attori dell’economia e dell’industria”. Questa la lista:

  • Istituire una task force nazionale ed un Ambasciatore delle startup per instaurare un dialogo continuo tra Governo e startup/comunità dell’innovazione
  • Istituire uno sportello unico per informare le startup e fornire loro l’accesso a tutti gli strumenti disponibili per affrontare la crisi
  • Rinviare le scadenze mensili fiscali e sociali e offrire un congelamento del rimborso di investimenti governativi
  • Fornire finanziamenti ponte per le startup che stavano pianificando un nuovo round di finanziamento; includere le startup investite dal venture capital nelle misure nazionali di liquidità; accelerare il rimborso di anticipazioni fiscali o introdurre nuove esenzioni specifiche per le startup
  • Modificare le leggi sull’insolvenza delle società per proteggere i fondatori dalla responsabilità personale per gli stipendi e i contributi sociali nel caso in cui il crollo della domanda indotto dall’epidemia porti a una diminuzione significativa del reddito

Startup come stimolo dell’economia

Le startup chiedono poi ai Governi di guardare alle startup per il processo di stabilizzazione e stimolo dell’economia che seguirà la crisi connessa all’emergenza Coronavirus. Le attività innovative infatti “potranno garantire forme di crescita più sostenibili o diversificate, ad esempio privilegiando soluzioni coni un minore impatto sull’ambiente”. In particolare, si suggerisce di lanciare delle challenge in cooperazione pubblico-privata per realizzare obiettivi strategici coinvolgendo la filiera dell’innovazione.

Caricami, startup per ricaricare in mobilità il proprio smartphone

In un mondo totalmente connesso, Caricami è una startup innovativa che punta a risolvere un problema troppo spesso poco sottovalutato. Si tratta di un progetto di sharing economy teso a risolvere l’esigenza degli utenti di ricaricare in mobilità il proprio smartphone in assenza di caricabatteria o di una fonte di energia fissa di facile accesso. Questo progetto segue un trend già consolidato, di successo, ed in continua espansione, in tutta la Cina. Nasce così Caricami, un progetto che combatte la cosiddetta nomofobia, la paura di disconnessione e che porta tante persone a cambiare i piani quotidiani.

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Il progetto Caricami e le stazioni di ricarica

Una necessità fisica, emotiva e psicologica che ormai fa parte della società quello di avere la possibilità di poter ricaricare la batteria del proprio smartphone. L’obiettivo della startup è quello di creare una rete ramificata di punti di prelievo e rilascio di batterie che punta sulla capillarità sul territorio. Nella città di Milano sono presenti oltre 100 stazioni di ricarica Caricami, con il proposito di continuare l’espansione quest’anno e anche nei prossimi. Un modo facile e immediato per ricaricare in mobilità, in quanto ogni stazione di ricarica Caricami può contenere fino a 8 batterie. Ogni elemento del genere ha una potenza di 5000mA. Le batterie Caricami dispongono dei 3 connettori più comuni (micro USB, Type-C e Lightning) in modo da essere compatibili con tutte le tipologie di dispositivi mobili presenti sul mercato.

L’app e i benefici per l’ambiente

Ovviamente Caricami sfrutta i vantaggi di un’app gratuita dove individuare la stazione di ricarica più vicina. Una mappa interattiva guiderà l’utente verso un punto dove noleggiare una batteria, ricaricarsi in mobilità e restituire la batteria. Sempre tramite la app l’utente potrà vedere in tempo reale la disponibilità di batterie per stazione di ricarica e i relativi slot liberi per la restituzione. Il pagamento del servizio avviene in maniera sicura e semplice direttamente all’interno della app. Il servizio Caricami ha le sue radici nella sharing economy e crede nell’importanza della condivisione. Grazie a Caricami le persone non avranno più la necessità di acquistare ed avere sempre con loro un power bank. Una innovazione che porterà ad una riduzione di rifiuti elettronici e dell’inquinamento ambientale.

Cinque cose che mancano alla maggior parte delle startup

Ogni giorno porta nuove sorprese quando si tratta di startup. Per gli imprenditori, tale insicurezza può rendere inutile la definizione degli obiettivi. È difficile fare un piano quando c’è così poca prevedibilità su cosa porterà l’anno. Ma la creazione di obiettivi che tengono conto della flessibilità durante la gestione di un’azienda non solo aiuta a rendere il business plan a prova di futuro , ma può anche dare potere. Tutti gli imprenditori hanno una grande visione di ciò di cui sono capaci con le loro attività, ma bisogna creare obiettivi diversi dalla concretezza del fatturato o della crescita di un team. Ecco quali

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Esaminare le intenzioni

Nel mondo ipercompetitivo di oggi, è facile puntare gli occhi su risultati che sembrano un successo all’esterno, ma potrebbero non avvantaggiare l’attività tanto quanto si pensa. Potrebbe essere un aumento dei follower di Instagram, un premio di fantasia o la partecipazione a una conferenza di alto profilo. Nessuna di queste aspirazioni è intrinsecamente problematica, ma mentre si fissano gli obiettivi, si deve considerare quale sarà effettivamente l’impatto più significativo per l’anno a venire. Soprattutto, chiedersi se è qualcosa su cui davvero lavorare o se è solo qualcosa che sembra bello sulla carta.

Scoprire qualcosa di nuovo

Si devono identificare gli obiettivi di una startup che richiedono di imparare una nuova abilità. Iscriversi a corsi, immergersi nel nuovo software di progettazione, imparare a fare acquisti di annunci o pianificare di partecipare ad almeno un evento di networking al mese. L’idea è quella di rimanere collegati espandendo il pensiero e le abilità

Chiedersi chi avrà un impatto sugli obiettivi

Gli obiettivi che si fissano per una startup avranno un impatto sulla vita personale, sulla comunità e sui membri del team che lavorano. Ad esempio, se quest’anno si lavora per un’ambiziosa espansione operativa, bisogna assicurarsi di tenere conto degli effetti che avrà sulle persone. Parlare con colleghi e partner su cosa aspettarsi e su come supportarsi a vicenda è la strada ideale per non avere brutte sorprese.

Lascia spazio alla spontaneità della startup

Una volta che gli ingranaggi della pianificazione anticipata stanno girando, può essere allettante tentare di prevedere eccessivamente dove si potrebbe atterrare. Avere un piano a tenuta stagna ci fa sentire che l’attività è sicura e stabile, quasi come se avessimo realizzato ciò che era nella nostra lista prima ancora di iniziare. Essere troppo rigidi o specifici può portare a perdere opportunità inaspettate. Mentre si impostano gli obiettivi, va bene se si includono ampi segnaposto. Le aree grigie non sono necessariamente una cosa negativa. Comunicare l’importanza della flessibilità anche al proprio team contribuirà a garantire che vengano prese in considerazione le opportunità emergenti e incoraggerà diversi modi di pensare. È la differenza tra avere la libertà di perseguire una nuova partnership cruciale o inviare quell’e-mail allo spam perché non contribuisce immediatamente agli obiettivi di reddito del trimestre.

Pianifica di festeggiare lungo la strada

Pianificare di riflettere su ciò che si è imparato e riconoscere anche vittorie inaspettate lungo la strada  è questo l’obiettivo per il nuovo anno. È importante il ​​tempo per se stessi alla fine di un mese particolarmente impegnativo, un modo per pubblicare un diario sulle riflessioni e risultati. È facile rimanere così coinvolti nel nostro lavoro che dimentichiamo l’importanza di un riconoscimento semplice e sincero. Non si deve dare per scontato che le persone intorno già sappiano quanto sei grato.

Troppo spesso si perdono opportunità che definiscono il business e abbracciamo il falso senso di sicurezza che deriva dalla pianificazione eccessiva. Nel 2020, facendo spazio agli imprevisti, possiamo cambiarlo.

Case senza mutuo, l’idea di una startup americana

Una nuova startup sostenuta da investitori di Los Angeles sostiene che permetterà agli americani di avere una casa senza richiedere un mutuo. Fleq verrà lanciata il prossimo mese a Pittsburgh e, invece di originare mutui, il suo piano è semplicemente quello di acquistare la casa che un acquirente desidera e rivenderla, a poco a poco, in azioni. L’acquirente può scegliere il periodo di tempo che desidera pagare per la casa. “Non pensavamo che [i mutui] fossero l’approccio giusto ed equo alla proprietà della casa, e non pensavamo che risuonasse con Millennials e Gen Zers, che hanno visto i loro genitori spazzati via dalla crisi finanziaria”, ha detto il fondatore e CEO Todd Sherer, il cui background è nella finanza immobiliare.

L’innovazione di Fleq

Come funziona davvero? Fleq addebita l’affitto agli acquirenti di case. La società afferma che una volta che l’acquirente avrà pagato il 100% della casa, consegnerà il titolo, tagliando eventuali acconti sui mutui o i tassi di interesse al di fuori del processo. Ma se l’acquirente vuole spostarsi prima di pagare completamente la casa, dividerebbe semplicemente i profitti con Fleq in base a quanto della casa ha pagato.

“Spesso ci riferiamo ai mutui come uno strumento fuori da ogni logica”, ha detto Sherer. Fleq ha grandi progetti per il suo futuro, dicendo che intende essere un’opzione di finanziamento nazionale entro il 2021.

I dubbi sullo strumento scelto

Ma molte domande rimangono senza risposta. Quanto di premio Fleq addebiterà per l’affitto? Quale sarà il profilo di rischio dei suoi acquirenti? La società ha sopravvalutato la domanda dei Millennials di una soluzione ipotecaria alternativa? “Un mutuo, sebbene per lo più onnipresente, non è più il modo migliore per acquistare una casa”, ha detto Sherer.

Una cosa è certa: dalle startup ai giganti dei mutui, molti nel settore stanno rivoluzionando il modo in cui approcciare a questo settore. Pensare fuori dagli schemi non è più abbastanza buono, molte aziende stanno adottando un approccio completamente nuovo. Il premio Tech100 di HousingWire riconosce le aziende che fanno proprio questo. E quest’anno, per la prima volta in assoluto, sono state riconosciute 100 società immobiliari e 100 società di mutui. Il premio riconosce le aziende tecnologiche più innovative al servizio delle industrie ipotecarie e immobiliari.